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  • by Mel

VIAGGIARE AI TEMPI DEL TERRORISMO. La paura, il coraggio, la speranza


Viaggiare è la cosa più bella del mondo. Ci proietta in realtà che non sono le nostre. Ci aiuta a crescere, ci rende migliori, e liberi. Io non potrei farne a meno. Mi mancherebbe l'aria.

Eppure oggi viaggiare fa paura. Anche a me che di paura non ne ho avuta mai. Ma voglio raccontarvi una cosa che ho conservato in un angolo della memoria e che mi ha insegnato molto.


Tunisi, 18 marzo 2015. Attentato al Museo del Bardo. Quella tragedia, seppure in via marginale, l'ho vissuta anch'io. Molte di quelle persone, scampate alla morte, le ho incontrate. Erano in vacanza. E si erano ritrovate a vivere l'esperienza più brutta della loro vita.

Di quei quattro giorni insieme a loro, dopo la tragedia e prima che rientrassero a casa, ricordo ogni cosa. Io ero lì per provare a dare con un gesto o un sorriso un po' di conforto, per dire una parola - magari quella giusta - per tentare di alleviare almeno per un istante il dolore. Li osservavo e trattenevo le lacrime. E mi sentivo schiacciata da una sensazione di piccolezza e di infinita e profonda inutilità...

Ascoltavo - gelata - i racconti di quelle ore, delle esplosioni, della ricerca di una via di scampo, degli spari, dei vetri frantumati, del sangue sui vestiti, del pensiero di non rivedere mai più i propri cari. Osservavo le mani sudate, sentivo le voci tremanti e vedevo le lacrime e la paura negli occhi. Eppure, in quei momenti di concitazione e di dolore...io ho percepito anche dell'altro. In quelle stesse voci e in quegli stessi occhi c'era qualcosa di straordinario: la speranza. Di andare avanti. E di ricominciare.

La Speranza. Che fortemente - e impavidamente - era venuta fuori facendosi largo tra le ferite dell'anima come forma di ribellione più estrema alla sofferenza.

Ecco. E' nella natura dell'uomo opporsi al dolore. E' questione di sopravvivenza. Ma in quei giorni ho capito che non tutti sarebbero stati in grado di affrontare quella drammatica circostanza in quel modo, con quel coraggio. C'era soltanto da imparare....

Oggi qualunque cosa può accaderci ovunque, più o meno lontano da noi. E lo sappiamo bene tutti perché la paura ce l'hanno portata dentro casa. Ci conviviamo ogni giorno: quando siamo per strada, mentre andiamo a lavoro, se prendiamo la metro, se siamo al cinema o al ristorante, in fila al centro commerciale, seduti in un treno o sul seggiolino di un aereo. E se è vero che nonostante quella "paura comune" andiamo comunque avanti, è vero anche che per quella paura stessa - spesso - ci limitiamo al dovuto e all'essenziale, dimenticando tutte le cose belle che si possono fare per rendere meravigliosa quest'unica vita che abbiamo. E non è così che deve andare.

Siamo nati liberi in un mondo libero che vale la pena di vedere e di scoprire.

Nel nostro quotidiano, certo, perché è la vita stessa ad essere già un viaggio. Ma non solo. Ciascuno di noi ha il dovere morale di sperimentare la migliore esistenza possibile su questa terra saggiandone la sua magnificenza ed affrontando le sue difficoltà.

Riprenderci il mondo e ricominciare a viaggiare è l'unica speranza che abbiamo per conservare la nostra dignità e mantenere integra la nostra identità. L'unica speranza che possediamo per combattere chi crede di poterci derubare di ogni cosa. Il mondo è nostro, ed è nelle nostre mani.

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