L’Arabia Saudita, una bella sorpresa che non mi aspettavo.

Quattro ore di volo dall’Italia e mi sono ritrovata nel Regno dell'Arabia Saudita, culla dell’islamismo, spesso definita “terra delle due moschee” per ricordare che proprio qui, in questo Paese che ha appena aperto i suoi confini al turismo internazionale e inizia ad affacciarsi al mondo occidentale, ci sono le due città sacre - o sante, come preferite- Mecca e Medina, dove sorgono i due santuari più importanti per l’Islam.
Il mio viaggio in Saudi Arabia non è stato di quelli miei soliti: un volo, una macchina in aeroporto e via alla scoperta del Paese.
Che si può visitare senza particolari difficoltà ma io sono stata a bordo di MSC Bellissima, nave da crociera della flotta MSC che per prima – non appena il paese si è aperto all'Occidente - ha toccato questi territori inesplorati regalando ai suoi ospiti un’esperienza inedita.
Sono luoghi che meritano di essere visitati in maniera più approfondita ma vi garantisco che la mia sensazione è stata più di quella di un semplice assaggio.
Un viaggio insolito, che vi consiglio, e particolare perché oltre al Regno Saudita la nave ha toccato anche il porto di Aqaba consentendomi di visitare uno dei tesori della Giordania, il Wadi Rum.
Vado con ordine in modo da possiate trarre facilmente tutto ciò che può servire per l'organizzazione.
Inizio dai documenti necessari per entrare in Arabia Saudita.
Attualmente, si può entrare nel paese rispettando queste condizioni, ma ricontrollate con un click qui :
VACCINO: bisogna essere completamente vaccinati, intendo quindi anche il booster. In ogni caso, l’ultima dose non deve essere stata somministrata oltre 9 mesi precedenti.
TAMPONE: non è richiesto per entrare o uscire dal Paese. Non è consentito l’accesso nel Paese ai non vaccinati che pensano di risolvere, per entrare, facendo un tampone PCR. Attenzione: avere avuto il Covid non è come avere ricevuto dosi vaccinali sostitutive.
VISTO: il visto, dal 2019, è facilissimo da ottenere. Basta collegarsi al sito governativo (vi lascio il link) e tenere a portata di mano il passaporto e la carta di credito. Tenete a portata di mano anche una foto tessera in formato digitale da inserire nel visto, durante la procedura. Il visto ha un costo di 130 dollari, arriva in 10 minuti sulla vostra casella di posta elettronica e comprende anche un’assicurazione viaggio. Parliamo di visto turistico. Per quello di lavoro o altro, vi rimando ad altre sedi.
MUQEEM: tre giorni prima della partenza bisognerà registrare tutti i dettagli delle vaccinazioni su questo portale. Quando dico tutti i dettagli, intendo tutti: date di vaccinazione, tipologia di vaccino, lotto. Se non ce li avete, recuperateli. Senza il muqeem non entrate nel Paese.
TAKAWANNA: una sorta di nostra App immuni, solo che in Arabia Saudita funziona eccome e non vi fanno nemmeno uscire dall’aeroporto se non l’attivate. Scaricatela prima di partire. Sarà possibile registrarvi solo dopo che avrete fatto i controlli al customs con gli addetti che inseriranno i vostri dati anagrafici nel sistema di arrivo ospiti. La regola è essere geolocalizzati sempre!
Per concludere, in Arabia Saudita è già terminato lo stato di emergenza da un po’, sono state eliminate tutte le restrizioni, inclusi il distanziamento e le mascherine al chiuso.
Vi assicuro che psicologicamente, dopo tutto quello che abbiamo vissuto, fa un certo effetto e che, fuorché all’aperto, ho continuato a portare la mascherina.

Passiamo alla visita al Paese. Aperto al turismo, libero, visitabile senza problemi ma attenti a seguire alcune regole.
Ci sono diverse restrizioni che bisogna rispettare e che il Paese impone.
Per esempio sono vietati gli alcolici mentre siete nel Pease e anche in entrata e in uscita.
Pertanto se pensate di infilare qualcosa in valigia, sappiate che ai raggi X si intercetta tutto e con gli alcolici non si scherza perché c’è l’arresto.
Attenzione alle attrezzature fotografiche professionali e soprattutto ai droni, questi ultimi sono assolutamente vietati in KSA, siano o meno professionali. In Arabia per motivi di sicurezza sono chiusi i cieli a qualsiasi strumento a meno che non siate a capo di una produzione cinematografica holliwodiana, e in quel caso ci saranno le giuste autorità a cui rivolgersi e dalle quali ottenere i permessi.
Badate a cosa fotografate: giù le camere in porti e aeroporti, no a stazioni/stabilimenti petroliferi o similari lungo i quali vi imbatterete per strada, mai fotografare le persone senza chiedere il permesso.
Di contro, in alcune realtà troverete persone felici di vedervi e, anzi, la richiesta di scambio foto sarà reciproca.
Vestitevi in maniera adeguata al luogo, e questo vale sia per gli uomini che per le donne. Mai pantaloncini o scollature per le donne, alle quali consiglio di preferire le scarpe chiuse, soprattutto per comodità, e in alcune città – Medina per esempio – per le donne ci sarà l’obbligo di indossare l’Abaya (il vestito tradizionale arabo col velo). L’obbligo è per tutte le occidentali per l’intera durata della permanenza in città, anche a tavola. In generale, comunque, evitate abbigliamento – e comportamento – indecente o offensivo per la gente del posto, che è sempre molto silenziosa, riservata, rispettosa.
E siamo al viaggio. Fatto a bordo di una nave bellissima, di nome e di fatto, piena di gente – e non potete immaginare che gioia sia rivedere una nave affollata dopo due anni – e con comfort di ogni tipo.
Sette giorni di viaggio tra Arabia Saudita, Mar Rosso e Giordania di cui vi lascio qui sotto l’itinerario.
MSC Crociere replicherà anche il prossimo anno con una nave differente ma con gli stessi standard qualitativi e una variazione di itinerario (l’Egitto al posto della Giordania) che vi consiglio assolutamente se avete voglia di vedere e vivere qualcosa di nuovo e veramente straordinario.
E siamo alle tappe.
Come sapete in ogni porto ci sono differenti luoghi da vedere. Qui trovate il mio "giro di esplorazione" raccontato come sempre coi miei occhi. Esperienza personalissima che mi ha toccato e coinvolto molto.
Penso sempre che una delle cose più importanti in un viaggio sia l’approccio col quale ci si pone dinanzi a qualcosa di nuovo. L’Arabia Saudita per me ha avuto un valore doppio: qualcosa di nuovo innanzitutto. Ma è stato in special modo un viaggio inedito in un momento in cui il mondo iniziava a mettere la parola fine a due anni di pandemia. Una sorta di rinascita, ancora una volta, mista ad energia che ho portato con me in Asia.
Se siete pronti, vi porto con me in questo mini itinerario - straordinario - da replicare: Jeddah, Medina, Yanbu, AlUla ed Hegra.
TAPPA 1
JEDDAH VECCHIA, AL BALAD - ARABIA SAUDITA
Jeddah, polo commerciale sul Mar Rosso e passaggio per i pellegrini verso le città dell’Islam, è la prima tappa di questo viaggio in un paese che sta aprendo ora i suoi confini al turismo e che è destinato a diventare una tra le mete più gettonate dei prossimi anni.
Jeddah Vecchia, vecchia quanto l’origine del mondo, vecchia quanto il significato stesso della parola che vuol dire nonna.
Nell’aria dicono ci sia sempre profumo d’incenso - ed è vero, io non ho mai smesso di sentirlo! - e nei vicoli stretti e deserti che bruciano di sole si alternano giochi di luce che si riflettono su edifici storici bellissimi che spezzano la linea ordinaria di costruzioni decadenti. La città vecchia è un intreccio di case e strade, piccole piazze e minareti, e dalle botteghe uomini e donne osservano curiosi e sorridenti questo nuovo mondo che è venuto a scoprirli. Gli storici sostengono che le origini della città abbiano radici antiche che risalgono a oltre 2.500 anni fa quando Jeddah era solo un villaggio di pescatori affacciato sul Mar Rosso.
E' bello girare tra i vicoli della Old Town puntando gli occhi su edifici antichi, alcuni bellissimi e ben tenuti, altri quasi completamente in decadenza, e misti a piccole moschee e scuole, e a gente persa nel Souk.
Il iro ad Al Balad è stato breve ma intenso. L'area è Patrimonio Unesco per i suoi palazzi secolari, simbolo dell’architettura tradizionale e che attraggono persone e culture di ogni ceto sociale.
Non sento di darvi un itinerario preciso, piuttosto vi dico di perdervi tra le stradine alla scoperta della bellezza antia del luogo e di questi palazzi storici di corallo che hanno nomi impronunciabili: lasciatevi attrarre dagli odori, bevete il caffè arabo e gustatelo amaro accompagnandolo con un dattero come da tradizione, fermatevi a parlare con la gente del posto che vive qualcosa di completamente nuovo e non vede l’ora di farsi una chiacchierata con “l’altro mondo”. E non perdetevi il souk, è molto piccolo ma da vedere.
Tra le dimore bellissime di Al Balad vi segnalo quella di Omar Nassif, antico mercante dell’800 e membro di una delle famiglie più influenti della sua epoca. 106 stanze decorate e varie terrazze e uno dei simboli dell’Arabia saudita moderna tanto che ci abitò per un po' anche il primo monarca saudita, Abdulaziz Ibn Saud.
La città, comunque, è tanto di più. L’area delle Corniche è splendida specie di sera quando si illumina. Da qui potrete vedere anche la fontana Re Fahd, simbolo di Gedda, che sorge nel cuore del Mar Rosso e ha il getto d’acqua più alto del mondo. Io l’ho vista dal bus mentre rientravamo a bordo ma dal lungomare credo l’effetto sia più spettacolare. Così come la Moschea galleggiante, da inserire in bucket list.
Questo per dirvi che alla città andrebbero dedicati un paio di giorni almeno.
Due curiosità.
La prima: ci sono 7 porte di ingresso alla città vecchia, noi siamo entrati da Bab Jadeed, costruita nel 1899, con l’intento di facilitare il movimento degli abitanti della parte nord occidentale della città vecchia di Jeddah.
La seconda: nella parte della città vecchia che guarda il mare è in atto un processo di smantellamento spaventoso: la città è piena di gru e ruspe e l'area è totalmente rasa al suolo per realizzare un nuovo progetto turistico che regalerà alla città, e ai turisti soprattutto, la nuova Jeddah con un’area piena di resort e alberghi. Un progetto enorme ma devastante, al momento, per gli occhi.
TAPPA 2
MEDINA, LA CITTA’ DEL PROFETA - ARABIA SAUDITA
Nel bel mezzo del deserto, quasi come un’oasi, nella regione di Hegiaz, nella parte nord occidentale che affaccia sul Mar Rosso, sorge quella che dopo Mecca è considerata la seconda città santa dell’Islam, Medina, la città di Maometto, la città illuminatissima.
Hegiaz vuol dire “barriera” e per un tempo lunghissimo in queste due città c’è stato il divieto assoluto ai non musulmani di entrare in questi centri sacri. Dal 2019 invece l’Arabia Saudita ha aperto i suoi confini e da allora è possibile scoprire anche questo pezzo di mondo. Per la sua storia spirituale e il suo ruolo nella fede islamica, Medina è il cuore del pellegrinaggio islamico. Ci hanno raccontato, infatti, che il desiderio di tutti i pellegrini del mondo è quello di venire in questi luoghi, almeno una volta nella vita, per visitare la città e venerare la tomba del Profeta.
Medina fa ancora tanta fatica a vedere in giro occidentali. Eppure gli sguardi e i modi gentili ci hanno fatto comprendere che c'è una certa apertura e che anche per loro sarà probabilmente solo una questione di abitudine.
Vi ricordo, poi, che Mecca è ancora totalmente chiusa al turismo ed è accessibile sono ai musulmani.

La mia visita alla città si è concentrata sulle due moschee sante per l’Islam.
La prima è la Moschea Quba, la prima moschea costruita nella storia dell’Islam e realizzata quando Maometto giunse a Medina dopo l'esodo da Mecca. Il Profeta ci andava ogni sabato, a piedi o a cavallo, e invitava tutti i fedeli a fare lo stesso.
L’accesso ai non musulmani è assolutamente vietato. E' possibile quindi vederla solo dall'esterno. Sono riuscita a sbirciare qualche secondo da un ingresso i fedeli in preghiera ma siamo stati poi tutti allontanati.
La seconda è la Grande Moschea e si trova nel cuore di Downtown Medina, area piena di grattacieli che ospitano hotel, resort e ristoranti. Anche qui è interdetto l’ingresso ai non musulmani e l'importanza della Moschea è data dal fatto che sotto la grande cupola centrale è sepolto Maometto.
Potete immaginare quanto sia suggestiva questa cosa e con quanta emozione i pellegrini raggiungano questi luoghi e si mettano in preghiera. Come detto, la moschea è chiusa ai turisti ma le nostre guide ci hanno anticipato che forse, dal 2023, un'area potrebbe diventare accessibile e aperta al pubblico internazionale di qualsiasi religione.
A Medina, poi, vi suggerisco di non perdere il Dar Al Medina, il primo museo dedicato all'Islam e a Maometto, e la famosa "montagna". Noi non siamo riusciti coi tempi.
Una nota: prima di scendere dal bus le nostre guide hanno hanno consegnato a tutte le donne a bordo l’abaya, il tradizionale abito arabo nero col velo e che abbiamo tenuto fino alla fine della giornata, e comunque finché non siamo tornati sul bus. Da tenere persino a tavola. Considerato anche il caldo di quei giorni, non è stato per niente facile. Ma è un obbligo e come tale va rispettato.
TAPPA 3
YANBU - ARABIA SAUDITA
Yanbu, la perla araba sul Mar Rosso, città chiave per l’economia saudita è nota non solo per la bellezza del suo mare che regala agli appassionati di snorkeling l’emozione di nuotare in un acquario ma anche perché è il simbolo della potenza dell’industria petrolchimica saudita.
La città ha radici lontane e risale a 2500 anni fa quando divenne fulcro vitale nelle rotte delle spezie e dell’incenzo dallo Yemen all’Egitto. Da piccolo porto è diventata roccaforte del Regno ma è soprattutto una città esempio dello stile architettonico arabico.
Nella Old Town il restauro è cominciato meno di due anni fa e in giro per i vicoli si possono ammirare le tradizionali case arabe costruite in pietre di corallo con le bellissime “roshan” – le finestre sporgenti in legno, il vecchio mercato e il Souk multicolor.
Poi, se non lo sapete, a Yanbu City c’è la casa in cui Lawrence d’Arabia visse tra il 1915 e il 1916 quando guidò la rivolta araba. Da queste parti dicono sia infestata dagli spiriti.
Un po' più fuori città invece, proprio dove c'era il deserto, è stato realizzato Yanbu Lake, un parco verde con un laghetto artificiale che i locali adorano perché regala un po' di fresco e di ristoro nelle giornate più calde e che è una vera oasi nel nulla più totale.
Una nota: il mare a Yanbu è uno spettacolo ma dovete fidarvi. Non ho foto da mostrarvi poiché quel giorno c’era vento e le barche non sono uscite per accompagnare gli ospiti alle spiagge e agli isolotti sul Mar Rosso.
TAPPA 4
ALULA & HEGRA - ARABIA SAUDITA
Da Jeddah sono riuscita a fare quella che tutti definiscono la visita imperdibile del viaggio intero: AlUla ed Hegra.
Vi suddivido di seguito le micro tappe di questo giro, bellissimo!
ALULA
AlUla, città millenaria del Regno, è il gioiello che non t'aspetti.
Siamo sull’antica via dell’incenso, quella che collegava un tempo l’Arabia con il Mediterraneo. Qui si intrecciano storie e leggende che gli archeologi finalmente oggi possono iniziare a raccontare al mondo. Per raggiungere la città di fango, da Jeddah, è necessario un volo aereo di un’oretta circa.
La bellezza del paesaggio dall’alto è incredibile, ancora di più l’effetto di atterrare nel cuore del deserto.
AlUla è infatti regione di deserti e montagne aride dove l’aria gelida ti entra fin dentro le ossa. Eppure, nonostante la durezza del paesaggio la città è immersa in una valle meravigliosa circondata da migliaia di palme da dattero e nella quale si sono sviluppate la fertilità e la vita.
Per secoli la sua bellezza è stata nascosta ma grazie a immagini satellitari sono venute alla luce tutte le meravigliose strutture in pietra che costellano altipiani e pianure di quest’area nord occidentale del Regno.
Una visita ad Alula prevede necessariamente alcune tappe.
Primo stop alla Old Town, uno spettacolo per gli occhi e il cuore se avrete – come me – la fortuna di vederla anche dall’alto.

Siamo infatti saliti in cima alla fortezza che domina la città, e che non sempre è aperta, che regala una vista spettacolare sull’antica città di fango e sulla valle di palme da dattero in cui la città è ancora oggi immersa.
Un tempo qui c’erano oltre mille tra case, negozi e piazze. Oggi la città conserva ancora gli edifici originali in pietra e mattoni di fango. Un’area è prettamente di recupero, è stata interamente ricostruita per “simulare” la vita della cittadella e della gente di allora.
Ed è impressionante la cura maniacale per recuperare quello che il tempo ha consumato.
Sono bellissimi da vedere i tappeti, i vassoi in foglia di palma e tutti gli altri arredi e suppellettili per la casa. Ovviamente non si può acquistare nulla in questo luogo in quanto è semplicemente rappresentativo del posto ma tutto ciò che ho visto lì lo trovate ai souk e nelle botteghe di ogni città d’Arabia poiché è il loro artigianato locale.
Un angolo dell'area di recupero è dedicata anche ai datteri, in quanto Alula è ancora oggi un centro agricolo di produzione molto noto soprattutto per questi frutti deliziosi. Ci sono infatti più di 2 milioni di palme da dattero nell’area che producono 90mila tonnellate di datteri ogni anno. Una ricchezza immensa.
MARAYA CONCERT HALL
Nuovo pezzo di deserto da lasciare senza fiato e seconda tappa fuori programma: la Maraya Concert Hall.
Lo avevano descritto come un teatro di specchi. E ho immaginato quasi che la visita fosse inutile…
Invece ditemi se questo immenso e incredibile cubo, nel cuore del deserto di AlUla, non provoca l'effetto wow.
Questo teatro, che non è semplicemente un teatro ma bensì è l’edificio a specchi più grande del mondo, entrato nel Guinnes World Records, visitabile da ottobre del 2020, riflette l’inconfondibile ambiente geologico in cui è immerso fino a diventarne parte.
Un corpo unico che segue la linea del deserto, delle rocce e del cielo creando una connessione magica e straordinaria tra arte, design e natura. 500 posti a sedere e 9.740 metri quadri di superfici a specchio ne rivestono la struttura che porta la firma di un architetto francese e segue il project managment di architetti italiani (che orgoglio il nostro marchio e le nostre professionalità Made in Italy!) e la Mayara Hall – Maraya in arabo vuol dire proprio specchio - è oggi un riferimento mondiale per eventi, incontri e concerti (ci canta spesso Andrea Bocelli e ha fatto tappa anche Alicia Keys).
ELEPHANT ROCK
Nuova tappa e io per un attimo mi sono sentita dentro un film di Indiana Jones. Se non lo sapete, c’è un elefante gigante nel cuore del deserto saudita.
Si tratta di un elefante di pietra ed è noto come Elephant Rock, ed è una formazione rocciosa alta più di 50 metri che domina il deserto di AlUla.
A Est delle montagne che formano la valle e l’Oasi di AlUla si aprono scenari spettacolari. Le rocce dei monti di AlUla digradano verso il deserto creando queste formazioni rocciose spettacolari. Un piccolo suggerimento a chi da queste parti ci resta anche a dormire. Proprio sotto la roccia c’è un punto di ristoro che serve food & drink e che al tramonto accende lanterne ovunque tra tappeti e divani che guardano "questa roccia". Magico.
HEGRA
Infine, quella che…c’è forse un’altra Petra nel mondo ed è nel cuore del deserto roccioso dell’Arabia Saudita.
Si chiama Hegra e si trova in uno dei luoghi più generosi di reperti e testimonianze archeologiche del nostro pianeta.
Coperta e celata dalla sabbia per lungo tempo, Hegra, il cui nome vuol dire luogo roccioso, finì nelle rotte nomadi dei Nabatei che la resero crocevia dei traffici verso il Mar Rosso, riempiendo i suo deserti di insediamenti urbani – oggi considerati un esempio straordinario di realizzazione architettonica e competenza idraulica” – e di spezie e incensi destinati a terre lontane. La storia di Hegra è legata soprattutto alle sue tombe, rosa e oro come la sabbia del deserto che gelosamente le custodisce, ricche di iscrizioni e segni rupestri considerati dagli studiosi come una enciclopedia su cui studiare le origini del mondo e della lingua araba. Per un tempo lunghissimo il patrimonio del paese è rimasto inesplorato ma nonostante il territorio ostile in questo pezzo della Terra si sono sviluppate civiltà importanti che hanno lasciato testimonianze preziose. Per questo proprio Hegra è stato il primo sito dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Arabia Saudita.
L’area delle tombe monumentali è molto ampia, ne conta circa 130 ed è vietato l’ingresso.
L’unica visitabile è la tomba n.40 detta anche Tomba delle ragazze perché furono qui ritrovati i resti di 32 donne.
Fa un certo effetto varcare la soglia di queste tombe ma se sarete spinti dalla giusta curiosità sarà inevitabile farlo.
Le tombe hanno una storia particolare, ognuna rappresentava una famiglia. E quanto più era importante e ricca la famiglia tanto più era grande e magnifica la tomba.
TAPPA 5
WADI RUM - GIORDANIA
Per completezza, l'ultima tappa della crociera l'abbiamo fatta in Giordania, ad Aqaba.
E non posso fare a meno di parlarvi del Wadi Rum o Valle della Luna, questo luogo meraviglioso tripudio di bellezza e di colori da levare il fiato.
Distese di sabbia rossa, rosa e oro a perdita d’occhio spaccano l’azzurro intenso del cielo mentre intorno immense rocce granitiche, che il vento ha scolpito nelle forme più strane, e archi monumentali regalano scenari e scorci unici. Una meraviglia del mondo che non a caso è Patrimonio Unesco. I paesaggi hanno qualcosa di straordinariamente unico. A me, in certi momenti, è sembrato di essere su Marte: un mondo rosso, deserto, desolato, immerso nel silenzio assoluto.
Una bellezza senza tempo e senza confini, di cui vi racconterò...nel mio prossimo viaggio!
Perciò non vi dirò qui cosa vedere e cosa fare. Semplicemente...stay tuned!
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