L’esperienza food a New York City è qualcosa di straordinariamente unico.
Ve ne ho già parlato in altre occasioni.
La varietà è talmente elevata che spesso è anche difficile scegliere. A volte anche per chi a New York ci vive.
Figurariamoci per chi ci resta solo qualche giorno. E in tal caso, mettere la giusta “X” sulla serata fa la differenza.
Ho vissuto i miei primi viaggi a New York con la spasmodica voglia di vedere tutto quello che non avevo visto in precedenza. Come se tornarci la seconda, la terza o la quarta volta pure potesse bastare.
Poi, nel tempo, le visite sono proseguite, e anche di frequente, ma ho rallentato la corsa. Ho iniziato a prendermi il tempo giusto per tutto, anche per scegliere i posti in cui andare a cena.
Sarebbe impossibile fare l'elenco di tutti i ristoranti in cui sono stata.
Così, come già fatto per gli articoli dedicati alla COLAZIONE (trovate il link cliccando qui) e al PRANZO (e l'altro link cliccando qui) ne ho scelti cinque anche per la CENA.
Tutti rigorosamente a Manhattan, un modo per restringere un po' il cerchio.
Sono quelli che mi hanno lasciato qualcosa in più: dal cibo alla location, dall'accoglienza all’atmosfera.
Aggiungo, poi, una componente importantissima e strettamente personale: la compagnia.
Soprattutto dei miei amici locals, sia americani che italiani.
In questi anni l'amicizia ha superato distanza e tempi e, in alcuni casi, si è rafforzata ancora di più.
Quando torno in città non sono mai da sola e non manca mai l'occasione di andare insieme in posticini deliziosi.
Ecco: un'ottima cena, in un bel posto e con la giusta compagnia vale dieci volte di più.
Detto questo, se siete pronti...possiamo andare!
Perché ora che i ristoranti newyorkesi, oltre all'outdoor, hanno ripreso ad accogliere ospiti al 50% della loro capacità e che si parla di una possibile riapertura al turismo da parte degli States prima dell'estate - addirittura già da metà maggio ma...vediamo cosa accadrà ovviamente anche in Italia e in Europa e cosa/quanto ci consentiranno realmente di fare - direi che qualche appunto si può fiduciosamente ricominciare a prendere!
Piccolo appunto: molti piatti hanno un chiara "identità Italiana" anche se tra i ristoranti di cui parlo di italiano ce n'è soltanto uno. La verità è che gli americani vanno pazzi per il cibo italiano (e non solo quello!) e in qualsiasi posto, a NYC come nel resto d'America, troverete sempre l'influenza del tanto amato Made in Italy.
PICCOLA CUCINA
184 Prince Street, Ristorante Italiano, Mediterraneo, Europeo
Inizio così, con la cucina italiana.
In particolare, con quesi meravigliosi sapori siciliani che hanno conquistato New York!
Premetto che per scelta personale, mi sono rifiutata - che folle! - per anni di mangiare italiano mentre ero all’estero. Perché per me mangiare “local” vuol dire capire molto del posto in cui sono.
Ma NYC è proprio il mix perfetto di tutte le cucine del pianeta e, dunque, perché non onorare chi questa cultura dell'ottima cucina italiana la diffonde, sapientemente, all’estero?
Piccola Cucina è stata una scoperta magnifica. La prima volta ci sono solo passata per salutare un amico e il proprietario mi ha accolta con un caffè napoletano e due cannoli siciliani da svenimento.
Poi ho assaggiato i loro piatti e ci sono tornata diverse volte.
Piccola Cucina Enoteca a Prince Street è stato il debutto di questa “catena” (a NY ci sono anche UPTOWN, ESTIATORIO, OSTERIA) che trovate anche a Miami e a Ibiza. Il ristorantino è un gioiellino di sapori. Molto piccolo, super accogliente e con un’atmosfera che è il giusto equilibrio tra Italia e America.
Dentro ci trovate davvero chiunque. Da pranzo a cena, il ristorante è super gettonato da chi abita in zona, dai Business Men di Wall Street, dalle famiglie o da gruppi di amici.
Il menù è un’esplosione di italianità con una forte identità siciliana. Arancine, parmigiana, burratine, pesce spada con le olive, caponate, carpacci, cassate e dessert al pistacchio vanno e vengono tra i tavoli dove si notano e si bevono ottimi vini del Belpaese.
Una chicca? La pasta fatta in casa. Vi consiglio i ravioli al ragù di cinghiale. Ve li servono nella tipica “tiella” – la teglia di acciaio o alluminio - belli colmi di ragù. Poi ci aggiungete parmigiano e una spolverata di pepe e resterete di stucco per il sapore e la genuinità.
Prenotate prima di andare perché il ristorante è piccolo e perderselo sarebbe un peccato.
Nota: Piccola Cucina (Osteria ed Enoteca) sono rispettivamente al n.1 e n.2 tra i ristoranti a NY su tripAdvisor. Non tra i primi 5 italiani, attenzione, ma tra i primi 5 ristoranti in assoluto nella Grande Mela!
TAO DOWNTOWN
92 Ninth Avenue at 16th street, Ristorante Fusion Asiatico
La prima volta che sono stata da TAO DOWNTOWN non ho fiatato per 15 secondi.
Il colpo d’occhio è bellissimo ed è sicuramente uno tra i food-locals più scenografici della città.
Questo enorme ristorante panasiatico, molto più simile a un Club per la struttura e l’atmosfera, è una sorta di spazio multi-livello che riporta ad un’area più sotterranea, quasi come a voler consegnare ai suoi ospiti un messagio subliminale di pre-esistenza.
Lo trovate a Chelsea ed è super affollato tutti i giorni della settimana. Bisogna prenotare con un po’ di anticipo se volete andarci a cena, e questo vale non solo per il weekend ma per l'intera settimana. TAO è sempre full (pare che abbia ripreso a pieno ritmo già in questi giorni) a meno di qualche “raccomandazione” (lo ammetto, per me hanno chiamato alle 18 per un tavolo alle 21. Ed era semplicemente un lunedì sera).
Un lungo corridoio pieno di quadri e dragoni conduce all’ingresso dell’area dove il Buddha sdraiato accoglie gli ospiti prima che si accorgano che all’estremo opposto del ristorante c'è Quan Yin, la Dea della compassione, divinità buddista cinese con le sue 24 mani che sembrano muoversi per effetto della tecnologia con una proiezione in 3D multicolor.
Bello è bello, insomma. Se poi aggiungete che si mangia anche divinamente sono certa che non avrete dubbi.
I ravioli all’aragosta sono una prelibatezza. Merita anche il Pad Thai Noodles. Per il dessert, ho scelto la creme brulee alle fragole. Deliziosa.
Nota: l’ambiente è molto chic. Dress code “Cocktail” obbligatorio. Per le donne meglio i tacchi; gli uomini saranno a posto con la giacca.
THE WAVERLY INN & GARDEN
16 Bank Street, Ristorante americano & biologico
The Waverly Inn & Garden è il ristorantino - romantico - che non ti aspetti, in una pittoresca strada alberata nel West Village, all’angolo di Bank Street, dentro una casa di mattoncini rossi del 1830.
Questo posto delizioso è quasi nascosto nei piani terra di due case adiacenti e conquista in un istante. basta entrare per restare incantati dai suoi interni, dai caminetti e dalle luci soffuse.
Il ristorante di Graydon Carter, ex direttore di Vanity Fair, si è molto trasformato dalla sua riapertura (nel 2006) ad oggi. Resta sempre un posticino intimo ma soprattutto è oggi una vera realtà gastronomica newyorchese.
In cucina hanno saputo ben mescolare la tradizionale cucina americana con le derivazioni di un food più moderno, abbinato anche a piatti ecologici. Lo trovate anche sulla Guida Michelin.
Dentro è una chicca: divani e sedie in velluto, atmosfera soft e luci basse lo rendono quasi una Club House e non è insolito ritrovarsi seduti accanto a qualche celebrità. Anna Wintour, per esempio, è andata molto spesso.
Oltre a servire una cucina americana raffinata ha nel menu anche piatti pratici ma non per questo meno buoni.
Io ho cenato a base di salmone, verdure grigliate e in salsa, e ricordo un pane fantastico: caldo, saporito e aromatizzato. Ho assaggiato anche delle buonissime capesante con funghi su una crema di latte e verdure.
Se volete una serata romantica a lume di candela non dimenticate di prenotare il tavolo nel giardino esterno, specialmente d'estate. L’area è gettonatissima ma una cena all’aperto sotto un patio illuminato e ricoperto di edera è un gioia per gli occhi.
Nota: attenzione alla loro “politica della privacy”. Non è consentito scattare fotografie all’interno dei locali (si ai piatti invece). Ecco perché ci trovate spesso i VIP. Quindi riponete i cellulari e godetevi la serata.
BLUE RIBBON SUSHI
119 Sullivan Street, Ristorante giapponese
Ecco, in questo ristorante mi ci sono ritrovata per caso.
Al Blue Ribbon Sushi ci sono capitata un sabato sera di quelli che trovi tavoli pieni ovunque se non prenoti, specie a New York. La fila l'ho fatta comunque, ma come si fa a non attendere di sedersi in uno dei migliori giappo di NY?
Blue Ribbon Sushi è nato dalla collaborazione tra Bruce ed Eric Bromberg e il maestro del sushi, Toshi Ueki.
Il ristorante è veramente accogliente, ben arredato, atmosfera piacevolissima e con una super selezione di pesce fresco proveniente dal Mar del Giappone, dall’Atlantico e dal Pacifico.
Una cena al Blue Ribbon Sushi ti porta in un attimo dall’altra parte del mondo perché i sapori sono proprio quelli della cucina giapponese (e io in Giappone ci sono stata).
Esperienza è da provare, quindi, non solo per la bontà del cibo ma anche per la cordialità del personale.
Persino l’attesa è stata divertente. Un bicchiere di vino, due chiacchiere e abbiamo anche fatto amicizia.
Nota: il ristorante è aperto sette giorni su sette. E’ comunque sempre preferibile prenotare perché è molto gettonato ogni giorno della settimana. Mangiare al banco è una "Real Japanese Experience".
HILLSTONE
888 3rd Avenue, Ristorante americano, internazionale
Quando entri da Hillstone la prima cosa che senti è l’odore di buono. La grande cucina a vista con gli chef che si muovono tra griglie e fornelli facendo saltare carne, pesce e verdure è uno show da non perdere.
Il ristorante è bello, molto moderno ma nel contempo accogliente.
Il personale è fantastico mentre ti spiega il menu. Praticamente la descrizione di ogni piatto dura dieci minuti.
La carne è deliziosa ma anche le pietanze a base di pesce sono molto gustose.
Io ho assaggiato un piatto a base di pesce bianco dell'Atlantico con verdure e salse profumate al limone. Ma a tavola sono arrivati anche i carciofi arrosto, che da Hillstone servono con un’ottima salsina bianca che sa di zaziki.
Fanno molto Italia, lo so, ma gli americani ne vanno matti e li trovate ovunque (insieme ai cavoletti di Bruxelles).
Da Hillstone vanno fortissimo anche le insalate e i panini, giusto per dare spazio all’ottima tradizione americana.
Disponibile, infine, anche il sushi, se vi va.
Scegliete anche per una serata da Hillstones un dress code che non sia “casual”, soprattutto perché il ristorante è friendly nell’accoglienza ma molto molto formale in tutto il resto.
Nota: il ristorante è grande ma non è aperto a gruppi numerosi, nel senso che i tavoli possono ospitare fino a 4 persone. Non è possibile rimodularli o unirli. Figuriamoci poi col post-pandemia...
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