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Immagine del redattoreMel Bi

ITALIA. La Casina Vanvitelliana sul Lago Fusaro: un tesoro da scoprire a pochi chilometri da Napoli


Casina Vanvitelliana, Lago Fusaro, Bacoli (Napoli)

La casa sul lago.

Quanta fantasia, mistero e magia girano intorno a questa bellissima residenza di caccia e pesca dell’epoca borbonica che si accende di mille colori al tramonto e si specchia nel Lago Fusaro.

Eccola la Casina Vanvitelliana in tutto il suo splendore.

Un gioiello architettonico avvolto nel mito, tra sospiri e segreti della dinastia dei Borbone delle Due Sicilie, che sembra quasi sospeso nel cuore di quel lago che un tempo chiamavano "la palude infernale" formata dal fiume Acheronte che nella mitologia greca era associato al mondo degli inferi.

Qualche settimana fa, dopo aver pubblicato alcune fotografie su Instagram, mi sono resa conto di quanti non sapessero dell’esistenza di questo villino che si trova su un isolotto nel bel mezzo del Lago Fusaro, a Bacoli, ad una manciata di chilometri da Napoli.

Una casina che è una favola, non solo perché vi si accede attraversando uno splendido ponte di legno ma anche perché è avvolta da una particolare atmosfera.

Tanto che per diverso tempo - anche per questo fascino singolare - molti hanno confuso quella meravigliosa abitazione sul lago con la Casa della Fata Turchina dello sceneggiato di Comenicini ne Le Avventure di Pinocchio.

In effetti sia la casa che il ponte di legno sono molto simili a quella dimora fatata che, in realtà, si trova nel Lazio.

La cosa curiosa è che la Casina ha davvero, inaspettatamente, poca notorietà.

Ma nononstante questo è stata il set di alcune importanti produzioni, sia televisive che cinematografiche, e forse questa sua magia è legata anche al fatto che sia poco conosciuta e frequentata.

Eppure, tutti coloro che poi ne scoprono l’esistenza non possono che dirsene immediatamente innamorati.

Fu il Re Carlo di Borbone ad acquistare il Fusaro e a volere realizzare una casina ottagonale, oltre che ad avviare la coltivazione di ostriche.

Ma dell’antica dimora di caccia si prese particolarmente cura Ferdinando IV di Borbone che la visse molto - anche per i suoi numerosi incontri amorosi - e affidò a Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, il progetto per il suo completamento.

Oggi, grazie a quel suo fascino magnetico, legato anche a tutte le storie che si raccontano di quella casa, resta una piccola grande icona da non perdere nel meraviglioso Parco dei Campi Flegrei.

Insomma, dalla fine di quei lavori, capolavoro fu.

E infatti l'edificio voluto dai Borbone non è soltanto uno dei più raffinati del Settecento ma ha anche, architettonicamente, una pianta molto articolata composta da tre copri ottagonali che si intersecano l'uno alla sommità dell'altro, restringendosi in una sorta di splendida pagoda con finestre panormaiche ampie e importanti.

Il fatto che poi sia stata edificata proprio in mezzo al lago, con un ponte che la collega alla terraferma, la rende ancora più suggestiva.

Tra l'altro, quella del ponte è stata un’idea solo successiva perché il Re Lazzarone (come chiamavano Ferdinando IV) impose che la dimora reale potesse essere raggiunta solo con le barche a remi.

Ma proprio la presenza di quel ponte la rende ancora più pittoresca, soprattutto quando cala il sole e l'intera abitazione si illumina delle luci naturali e delle lanterne che la circondano, riflettendosi nell’acqua.

Attraversare quel ponte, poi, regala una straordinaria senzazione di leggerezza. E' quasi come se ci fosse una speciale connessione con un'altra realtà, come una sorta di teletrasporto verso una dimensione e un mondo che furono e che di quella casa raccontarono la storia.

Tra l'altro, camminare sul ponte dà una vista spettacolare a 360 gradi sul Lago.

La casina Vanvitelliana è circondata, tutt'intorno, da un’area piccola, deliziosa e romantica con lampioni e panchine che guardano la casa e il lago, con dei piccoli gradini che arrivano sino al livello dell’acqua, usati in passato per consentire la salita e la discesa dalle barche a remi.

Come detto, questo luogo non è molto conosciuto e nemmeno troppo visitato ma tutti quelli che si ritrovano dinanzi questo gioiello non possono che restare a bocca aperta dinanzi a questa splendida dimora in cui hanno abitato anche personaggi importanti come Mozart, Rossini, il presidente Einaudi, Francesco II d’Austria e persino lo Zar di Russia.

Attualmente la Casina è chiusa e per visitarla bisognerà mettersi in contatto con la segreteria organizzativa. Vi lascio qui il numero per provare ad organizzarvi appena sarà possibile e torneremo a vistare i magnifici siti della nostra bella Italia: 379 1030885.

Vi assicuro che la visita vale davvero. Se possibile, andateci proprio al tramonto. I colori del cielo che si dipinge di rosa e che avvolgono come un abbraccio la casa sul lago sono una bella emozione per il cuore.

In ogni caso, in qualsiasi momento della giornata, la casina fa sempre il suo bell'effetto.

Vederla specchiarsi nelle acque del lago è quasi toccante.

All’interno della Casina Vanvitelliana, che meriterebbe una cura e un restauro certamente differenti, ci sono alcuni uffici pubblici e non è insolito trovare qualche rassegna locale o internazionale.

Un tempo il villino conservava preziose tele di San Leucio che sono andate perse ma ancora oggi ci sono arredi molto belli. Su parte del mobilio (tavolo rotondo e camino, per esempio), è raffigurato il simbolo dei Borbone, una conchiglia. Nella Casina c'è poi una tela del sovrano che tanto la amò, Ferdinando IV, oltre che ritratti di alcuni ospiti noti (Vittorio Emanuele III e Einaudi).

Generalmente la Casina è visitabile nei weekend e nei festivi dalle 10 alle 20 con un ticket d'ingresso di 3.00€.

Durante la settimana, invece, sono consentite visite a gruppi contattando - come detto - la segreteria organizzativa di cui vi ho già lasciato il numero.

Bisognerà attendere in ogni caso la riapertura del Paese post-pandemia per capire in che modo sarà possibile ammirare la bellezza di questa gemma preziosa nel Comune di Bacoli.

Stay tuned!

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